Edvige Mrozowska

Amici, dopo una lunga assenza ritorno a scrivere sul mio blog per annunciarvi una novità.

Dopo mesi di ricerche ho ultimato un nuovo saggio dedicato a Edvige Mrozowska, la moglie di Giuseppe Toeplitz e valente esploratrice che nel 1929 diresse un’ardita spedizione nel Pamir che venne patrocinata dalla Società Geografica Italiana.

Ad Edvige, questa straordinaria donna-esploratrice che seppe scavallare i pregiudizi di genere, alla sua cultura e alla sua sensibilità non comune, è dedicato questo volume. Oggi Edvige giace insieme al marito nel cimitero contiguo alla Villa Toeplitz di S. Ambrogio Olona, dimenticati entrambi nella loro tomba ingiuriata dagli anni e dall’incuria. Oltre al luminoso giardino della loro villa, che oggi rappresenta un patrimonio pubblico rilevante per la Città di Varese e che ospita il Museo Castiglioni, rimangono tutte le meraviglie dei giochi d’acqua e degli alberi monumentali, e soprattutto le visuali verso un mondo perduto che riecheggia nel nostro passato esplorativo, nei mille pairi-daeza e nella memoria delle carovane d’Oriente. E che con questo libro cercherò di ravvivare.

Mi piace ricordare Edvige, questa donna straordinaria, amante dell’Oriente e della sua spiritualità, con queste sue parole tratte da Visioni orientali (1930):

«[…] Parlano, raccontano, cantano i nativi, nella propria lingua fiorita, or l’una, or l’altra delle loro leggende antichissime: e io non bado all’inverosimile; io, cantastorie, non mi sento di correggere il cantastorie, di strapparlo all’inganno, perché non so dove l’inganno finisca e dove incominci la verità. Sull’infinito mare della poesia, sul vascello della favola, io navigo, e il fantastico viaggio ricopre di riposante oblio ben altri inganni che quelli creati dalla leggenda […] Ed ora navigo serena, in un pieno mondo stellare, profondamente convinta che tutto ciò che non è sogno è tedio; tutto ciò che non è sospiro d’amore è stridere di denti; tutto ciò che non è illusione, è menzogna. In quel mondo sublime fermentano e operano forze eterne, che seminano e maturano le spighe più opulente; e ogni esistenza, nell’attesa della risurrezione, attinge la perennità; e ogni voce sembra un’eco di arcani canti lontani, e la realtà, la rude arida realtà, un’ombra fallace dei sensi».

In un’Italia, appena uscita dai drammi della prima guerra mondiale, che presto avrebbe provato aspri conflitti sociali, gli scontri, le violenze e le lacerazioni che avrebbero portato al fascismo, e che vide il marito prendere parte attiva nella soluzione del conflitto metallurgico, Edvige guardava altrove, proiettando i sogni della sua giovinezza. Il fascino di un Oriente trasognato, i suoi paradisi, il suo misticismo, avrebbero irresistibilmente attratto una donna che, rompendo gli schemi e il fascino discreto del benessere e della comodità borghesi, seppe guardare oltre. Arricchendo Villa Toeplitz delle visuali e delle suggestioni dei giardini moghul, Edvige trasferì a Varese tutto l’afflato e il mito di un magico mondo orientale, che questo volume intende riportare alla memoria.

Quella di Edvige fu una figura cosmopolita e poliedrica. Star del palcoscenico teatrale, viaggiatrice ardita, scrittrice stimata, hostess del circolo artistico e culturale di Via Telesio, giardiniere riconosciuto e prima donna che attraversò Il Pamir, il Tetto del Mondo, in un viaggio talmente duro e rarefatto da sembrare impossibile, come impossibili sembravano le avventure del Duca degli Abruzzi. Una donna-esploratrice che rappresenta l’altra mappa del mondo orientale, e una storia di geografia al femminile che arricchisce tuttora il patrimonio materiale e immateriale dell’Umanità, e dà orgoglio e vanto anche alla Città di Varese. Il suo fu uno spirito sempre aperto al dialogo e all’incontro, e la sua figura merita di essere meglio conosciuta tra il vasto pubblico, insieme alle bellezze suggestive di Villa Toeplitz, che restano la testimonianza vivente degli influssi dell’arte e della cultura orientali.

Vi terrò informati sulle modalità di pubblicazione

(nell’immagine: nomadi kirghisi. Foto tratta dal volume di Edvige Mrozowska dedicato alla sua spedizione nel Pamir, edito nel 1930)

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore