Asinara (quinta puntata)

Cala Reale oggi è un luogo di estraniamento e solitudine, con le sue macerie carcerarie che raccolgono l’eco di dolorose memorie. Gli asini, per sottrarsi al sole cocente, cercano riparo a ridosso dei muretti sbrecciati, che restano ancora in piedi, mentre il resto dei casamenti sono collassati sotto il peso degli agenti atmosferici e dell’abbandono. A soffrire per il caldo e per la luce violenta sono soprattutto gli asini albini. In questo contesto la vita resta comunque resiliente, la macchia mediterranea è rigogliosa, e il mare luccica, abbagliante.

Tutto riporta al passato, e anche il presente sembra sospeso. I tratti di costa hanno qualcosa di africano, con questa luce violenta che inonda ogni cosa e penetra insieme alla salsedine marina e agli odori della vegetazione. Negli anni successivi all’invasione dell’Etiopia, tra il 1937 e il 1939, a seguito del fallito attentato al generale Rodolfo Graziani di Addis Abeba del 19 febbraio 1937, furono deportati all’Asinara anche 300 confinati etiopi. Tra essi vi era anche la principessa Romane Worq, figlia primogenita dell’imperatore etiope Ailè Selassiè, che perse proprio qui un figlioletto di due anni e morì in seguito a Torino nel 1940 per la tubercolosi. Passo accanto alla cappelletta edificata dai prigionieri austro-ungarici.

Proseguendo in falsopiano lungo l’unica strada intravedo i resti della Tonnara Vecchia e giungo a Cala Trabuccato, con le sue antiche cantine vinicole e la sua inconfondibile torre. La diramazione carceraria di Trabuccato fu realizzata dopo la prima guerra mondiale per accogliere detenuti con pene elevate, ma non solo. Alcuni erano ‘sconsegnati’, ossia non necessitavano di vigilanza continua. Questi ultimi si occupavano di curare una vigna di circa 5 ettari. In quest’area fino agli anni Novanta del Novecento era ancora operativa un’azienda vitivinicola, con varietà prevalentemente locali (Cannonau, Vermentino, Pascale, Muristellu, Bovale e Nuragus). L’uva prodotta veniva trasformata nella cantina adiacente, ubicata nella rada di Trabuccato.

La torre, invece, una delle tre presenti sull’isola, fu la prima ad essere realizzata nel 1609 per controllare un vasto tratto di mare. Successivamente venne utilizzata  per comunicare con le altre torri dell’Asinara (Cala d’Olia e Cala d’Arena), con il Castellaccio (nella zona di Fornelli) e con le torri del Falcone a Capo Falcone e Porto Torres.

(nell’immagine: Torre di Cala Trabuccato sullo sfondo tra gli asini, foto dell’autore)

 

 

 

 

 

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore