Asinara (sesta puntata)

Eccomi finalmente arrivato in un luogo topico dell’Asinara: Cala d’Oliva.

Alloggio nell’Ostello che fino a pochi anni fa ospitava il corpo degli agenti di custodia. Poco sopra si erge l’edificio carcerario del 41bis, mentre in riva al mare si posiziona una foresteria, dove nel 1985 vennero ospitati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assieme alle rispettive famiglie.

A seguito delle ripetute minacce mafiose, i due giudici alloggiarono qui nel 1985, completamente isolati e controllati a vista da una pilotina e dagli uomini della polizia penitenziaria. Qui lavorarono per oltre un mese per chiudere la requisitoria del maxi-processo contro Cosa Nostra: trattasi di 8.608 pagine suddivise in 40 volumi, che esaminano 707 indagati, di cui 476 vennero rinviati a giudizio. I condannati furono 346, con 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2.665 anni.

Fu una vittoria dello Stato, confermata dalla sentenza della Corte di Cassazione del 30 gennaio 1992, ma la mafia decise presto di vendicarsi portando a compimento le stragi di Capaci e via d’Amelio.

Sul retro della foresteria, che dovrebbe presto diventare una casa-museo, è stata affissa una targa ricordo, con due pensieri dei nostri giudici-eroi, che sacrificarono la propria esistenza per il bene comune.

Nel villaggio di Cala d’Oliva si trovavano la direzione del carcere, gli alloggiati degli impiegati, la chiesa, la scuola e la diramazione denominata Centrale, realizzata ai primi del Novecento, dove lavoravano i detenuti considerati “buoni” e che venivano scelti per incarichi di fiducia (ad es., nelle cucine, in foresteria o allo spaccio). Successivamente venne utilizzato anche il Bunker, un ulteriore distaccamento costituito da poche celle di massima sicurezza, una delle quali ospitò Raffaele Cutolo e successivamente Totò Riina. Questa struttura, denominata “la discoteca” per la sua continua illuminazione, fu inoltre impiegata come punto di raccolta e smistamento dei detenuti in transito.

Giunto all’Ostello, poso finalmente la bicicletta e dopo una bella doccia rigenerante mi preparo per la cena. In questa struttura ci sono 70 posti letto e un diving. E’ un luogo ideale per esplorare la parte nord dell’isola e visitare le sue meravigliose calette. Il villaggio di Cala d’Oliva è una vera e propria oasi di pace. Nelle sue strette stradine pavimentate in pietra scistosa si respira un’atmosfera perduta, trasognata, quella degli antichi villaggi costieri mediterranei. La sera gli asini si avvicinano alle case in quanto i rari abitanti danno loro da mangiare. E’ un posto ideale per staccare la spina, ritrovare il tempo interiore, riflettere, camminare, godendo delle meraviglie naturali di quest’isola, dei silenzi di un paesaggio vegetale che cambia in continuazione e ricorda le zone interne della Sardegna

(nell’immagine: la targa affissa nella foresteria di Cala d’Oliva – foto dell’autore)

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore