Adulis e il futuro della collaborazione italo-eritrea

Il 10 dicembre 2021 dalle ore 14.00 presso ISMEO (Corso Vittorio Emanuele II, 244, Roma) si terrà l’ importante incontro I primi dieci anni di vita della missione archeologica: un progetto Eritrea-Italia per un modello di ricerca scientifica e parco archeologico sostenibile.

Introdurrà l’incontro il Presidente ISMEO Adriano Rossi

Parteciperanno all’incontro

S.E. Ambassador Zemede Tekle Ministro della Cultura e dello Sport dell’Eritrea

S.E. Pietros Fessahazion Ambasciatore d’Eritrea a Roma

Angelo Castiglioni Presidente Centro Ricerche sul Deserto Orientale CeRDO

Serena Massa Direttrice della missione

Andrea Manzo, Matteo Delle Donne Università di Napoli L’Orientale

Marco Bocciolone, Susanna Bortolotto, Nelly Cattaneo Politecnico di Milano

Omar Larentis Università degli Studi dell’Insubria

Abraham Zerai Commission of Culture and Sport of Eritrea, Politecnico di Torino

Come nascono gli scavi di Adulis

Nel 2010 i fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni effettuarono un’accurata ricerca sulle antiche miniere d’oro di re Salomone nel paese dei Beni Shangul, in Etiopia, con cui documentarono ancora la sopravvivenza delle tecniche arcaiche di estrazione del minerale giunte a noi ancora immutate dopo millenni.

Dal 2011 sempre i fratelli Castiglioni avviarono inoltre una serie di importanti missioni archeologiche in Eritrea per riportare alla luce il mitico sito di Adulis, l’antico insediamento adulitano che rappresentò un luogo di interscambio fondamentale tra Etiopia, Penisola Arabica e India, e che divenne la porta dell’impero aksumita.

L’importanza e il ruolo di Adulis

Le relazioni dell’Egitto con questi territori “meridionali” dell’Africa Orientale sono documentate sia dalle cronache scritte sia dai ritrovamenti archeologici. Ad esempio, proprio ad Adulis (a sud di Massaua) e da altre zone etiopiche provenivano diversi beni d’importazione egiziana.

Più di ogni altro oggetto, però, è noto il trono marmoreo di Adulis, il cosiddetto “monumentum adulitanum”, le cui epigrafi dedicatorie in greco furono trascritte dal famoso navigatore delle Indie, Cosma Indicopleuste, nel VI secolo d.C. Una delle due epigrafi risale addirittura al tempo di Tolomeo III Evergete I (246-222).

Non vi sono pertanto molti dubbi che le relazioni tra Egitto e Africa nordorientale siano state molto durature. Non solo. Adulis sarà per secoli un luogo d’incontro e di scambio tra Egitto, Africa, mondo greco-romano, mondo semitico dell’Arabia meridionale e India, uno straordinario esempio di globalizzazione del mondo antico che, dopo la sua fine e la colonizzazione islamica, verrà replicato nel porto di Massaua, dove prosperò una florida comunità di commercianti Baniani (che era già presente quando nel 1520 arrivarono i Portoghesi).

Il commercio marittimo e le sue influenze

È quasi impossibile stimare adeguatamente il significato che ebbe il commercio marittimo per la diffusione, lo sviluppo culturale e religioso e l’articolazione delle reciproche influenze tra mondo romano-mediterraneo e India. Una parte notevole di questi rapporti si svolgeva da tempo nell’area del mare Eritreo, cioè del Mar Rosso, del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano e del Golfo Persico e Arabo.

Anche se i contatti tra Egitto, Mediterraneo e Bisanzio s’erano per lungo tempo svolti attraverso il Nilo, toccando anche gli imperi di Nubia e Aksum, la porta d’ingresso principale era tuttavia proprio la costa del Mar Rosso, e in primo luogo l’antico porto di Adulis affacciato sul golfo di Zula. La località esisteva fin dall’epoca tolemaica, quando le rotte commerciali toccavano già l’India attraverso una navigazione di cabotaggio.

Buona parte di questi commerci, che andarono intensificandosi con lo sfruttamento dei monsoni, passava attraverso i centri maggiori dell’Arabia meridionale e dell’Africa nordorientale. I rapporti tra Roma, e poi Bisanzio, con Aksum, si svolgevano principalmente proprio attraverso Adulis, che per parte sua era in contatto diretto con l’India. Lo confermano le numerose monete romane e aksumite, vere o falsificate trovate nella stessa India, nonché il denaro proveniente dal subcontinente indiano ritrovato nella regione di Aksum.

Il grande merito di Alfredo e Angelo Castiglioni

Ci volevano ancora una volta le menti coraggiose e visionarie dei fratelli Castiglioni per tentare un’opera davvero improba, ai limiti dell’impossibile: Adulis, questa Pompei del Mar Rosso che ha rappresentato uno dei più importanti empori commerciali del mondo antico, giaceva infatti da secoli derelitta, coperta dal limo e dai sedimenti dell’Haddas, e malgrado alcuni scavi dei primi del Novecento (condotti, tra gli altri, anche dal nostro Paribeni nel 1907) non era mai stata esplorata sistematicamente.

Con il giovanile entusiasmo del primo viaggio in Vespa, Alfredo e Angelo si lanciarono così, a oltre settant’anni, in questa nuova impresa, e questo in un periodo in cui Eritrea ed Etiopia non si erano ancora completamente pacificate.

Le loro visioni li hanno portati lontano: intorno a loro oggi lavora una squadra affiatata di archeologi, architetti e operatori culturali, che stanno affinando un grande progetto di valorizzazione del sito e del territorio circostante (tra cui rientra anche Massaua e le cittadine aksumite dell’altopiano eritreo) per la creazione di un vasto parco archeologico e naturalistico, che potrà nei prossimi anni diventare un’importante fonte di crescita economica sostenibile per tutta la popolazione eritrea, a completamento di quell’eccellente valorizzazione di Asmara che ha portato nel 2017 all’inserimento della capitale eritrea nel Patrimonio dell’Umanità.

L’evento del 10 dicembre 2021 è davvero un’occasione imperdibile per ricordare il lavoro fatto e da fare ad Adulis. Per noi italiani è un particolare motivo di orgoglio e soddisfazione poter continuare a lavorare in questo importante progetto.

Non mancate!

Per informazioni: ismeo@ismeo.eu

Evento online via Zoom ID: 823 8960 5791 Passcode: 386042

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore