Il faggio solitario (poesia)


Si sporge dalle rocce sull’abisso
il faggio solitario.
Le nuvole si addensano e scompaiono
il vento anima il fremito
delle sue foglie, tenere, che al primo buio
si acquietano, i rami protesi
nel vuoto a soppesare
un battito di ciglia
il volo degli uccelli di passo
mentre le ombre si allungano e scema
la febbre delle cime.
Si sporge dalle rocce sull’abisso
il faggio solitario.
Proteso sull’orlo estremo dell’attesa
è accarezzato dall’aurora
e vive di magnifici silenzi
al cospetto dei tronchi rovesciati sul crinale
dalla valanga, del temporale che solleva
il turbinare delle foglie oscure e che passa
come il picchio che batte alla corteccia.
Lontano per sempre dal principio e dalla fine

Alessandro Pellegatta

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore