La Giornata dei Giusti, Anna Politkovskaja e la Russia di Putin

Oggi, 3 marzo 22, al Monte Stella di Milano si è tenuta la decima edizione della tradizionale cerimonia della Giornata dei Giusti.

Il nostro pensiero va a tutti i ragazzi ucraini che volevano una vita di democrazia e di libertà e si sono ritrovati in un inferno per una guerra non decisa da loro. E anche ai ragazzi russi che sono stati arrestati perché stavano protestando pacificamente contro la guerra. Questi ragazzi sono pronti a soffrire e a sacrificarsi per valori alti che segnano il nostro essere uomini su questa terra.

Ma quello che fa più impressione è sentir dire dalla senatrice a vita Liliana Segre che non si aspettava di vedere un’altra guerra nel cuore dell’Europa. Ancora una volta non abbiamo imparato nulla dalla Storia.

L’attuale genocidio ucraino fu preceduto dall’holomodor, la carestia provocata proprio in Ucraina da Stalin tra il 1932 e il 1933 e che provocò milioni di morti. La verità rimase nascosta a lungo negli archivi sovietici. La verità su quanto accadde in quegli anni, tuttavia, iniziò a diffondersi su vasta scala soltanto dopo la dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina (1991) e l’apertura degli archivi sovietici. Nel 2003 le Nazioni Unite hanno stabilito che l’holodomor è stato “il risultato di politiche e azioni crudeli che provocarono la morte di milioni di persone”. Cinque anni dopo, nel 2008, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione nella quale lo sterminio ucraino viene classificato come crimine contro l’umanità. Tuttavia, non è mai stato riconosciuto come genocidio, per non irritare la Russia.

Dov’eravamo quando si rivelavano le ‘verità scomode’ della Russia di Putin? Dov’eravamo quando avvenivano gli orrori in Cecenia, quando Anna Politkovskaja venne trovata morta nell’androne della sua casa moscovita, uccisa da quattro colpi di arma da fuoco il 7 ottobre 2006, proprio il giorno del compleanno di Putin, per aver smascherato le bugie del regime e aver raccontato una sconvolgente inchiesta sulle orribili torture perpetrate proprio in Cecenia dai russi? Dov’eravamo quando i russi invasero la Georgia e la Crimea, e alimentavano le frange separatiste nei paesi dell’Est?

Dov’eravamo quando Putin decise di appoggiare il dittatore siriano e di radere al suolo la città di Aleppo? Dove eravamo davanti al terrificante clima quotidiano di una Russia lacerata da violenze e soprusi, senza libertà civili, piegata da una propaganda che nasconde sistematicamente la verità? Dov’eravamo quando gli oligarchi si arricchivano ostentando il loro sfarzo e depredando le risorse di un paese, la Russia, sempre più impoverito e militarizzato? Dov’eravamo quando i dissidenti fuggivano dalla Russia e venivano assassinati o avvelenati in giro per il mondo?

Il mondo teme la proliferazione nucleare. E invece bisognerebbe temere soprattutto l’odio. E i Giusti ci raccontano sempre una grande verità. Tutti hanno a disposizione la possibilità di diventare come Madre Teresa di Calcutta (che in realtà era originaria del Kosovo, altra terra martoriata dagli opposti nazionalismi). C’è sempre chi punta a fare del bene, contro ogni calcolo e ogni convenienza, rischiando anche la vita.

Il 14 settembre 2006, pochi giorni prima di essere assassinata, Anna Politkovskaja scrisse un articolo profetico dal titolo “Da Kiev si può iniziare la fuga”. In quei giorni, Osman Boliev, difensori dei diritti umani di origine daghestana, per evitare un nuovo ingiusto arresto si era rifugiato in Ucraina, e da lì raggiunse la Svezia. In quegli anni, Kiev era un posto ideale per i dissidenti russi, che poteva giungervi senza visto alcuno: e inoltre nella Kiev di quegli anni vi era ancora libertà di pensiero.

Probabilmente è proprio questo che Putin non ha mai perdonato all’Ucraina: non essersi mai piegata alla sua politica dittatoriale e aver rivolto lo sguardo verso Ovest, mentre Putin la vorrebbe da tempo quale stato vassallo sulla falsariga della Bielorussia e di tutti gli altri paesi che faranno la sua stessa fine se l’Ucraina cadrà sotto l’avanzata russa. E sempre per la stessa ragione probabilmente Putin minaccia i paesi del Nord Europa, Svezia compresa, che hanno fatto delle libertà civili e dall’accoglienza il proprio segno distintivo nel mondo.

La Russia di Putin oggi è sempre più ambiziosa. Ha una strategia chiara. Logorare l’Occidente e gli USA in Europa, distraendoli dalle aree strategiche dell’Asia e del Sud Est asiatico, e stringendo un formidabile patto con la Cina. Espandersi nel Nord Africa, in Libia, in Medio Oriente, nel Sahel e purtroppo anche nel Corno d’Africa, approfittando delle politiche fallimentari europee e americane. Gli esperti di geopolitica, tuttavia, dimenticano una cosa importante: oggi più che mai la Russia è uno dei paesi al mondo che ha più bisogno dei Giusti.

Veniamo in soccorso al popolo russo, ricordandogli la sua cultura, la sua letteratura, la sua libertà. Il giorno dei funerali di Anna Politkovskaja Putin era a Dresda a stringere la mano ad Angela Merkel, molto commosso, in quanto in quella città aveva avuto negli anni Ottanta il suo apprendistato estero di agente del KGB. La Russia ha ancora bisogno di giornalisti coraggiosi come Anna Politkovskaja, che con prosa diretta e asciutta raccontino la verità della Russia di oggi. Pronti a pagare con la vita per dire ciò che si vede.

Pubblicato da pellegatta

Alessandro Pellegatta è uno scrittore appassionato di letteratura di viaggio, storia coloniale e dell'esplorazione italiana nel mondo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare al Corno d'Africa. E' membro del comitato scientifico del Museo Castiglioni di Varese. Ha pubblicato diversi libri per le case editrici FBE, Besa editrice, Historica e Luglio editore